Avrai sicuramente sentito parlare del root di un dispositivo Android. Ci sono diversi modi per fare il root di uno smartphone Android o anche di un tablet. Molti sono complicati e difficili da usare, ma ce ne sono alcuni semplicissimi da usare. Con un semplice clic ti permettono di sbloccare il tuo dispositivo e di fare tutto quello che prima Google non ti permetteva.
Perché fare il root di Android?
Eseguendo il root di un dispositivo Android è possibile abilitare i cosiddetti “diritti di root” che consentono di eseguire modifiche profonde del sistema. In parole semplici, è possibile installare applicazioni che fanno cose che altrimenti Google impedirebbe di fare.
Si possono, ad esempio, sbloccare funzioni o aggiungerne di nuove, velocizzare il processore, rimuovere le app preinstallate, migliorare la qualità del segnale Wi-Fi e altro ancora. In pratica si ha un accesso completo e si può fare col dispositivo tutto quello che si vuole.
È rischioso fare il root di Android?
Proprio perché il root sblocca il dispositivo consentendo un accesso totale, è più facile che si possano installare malware o app che nascondono al loro interno dei software spia e che si installano funzionando di nascosto. Inoltre il dispositivo potrebbe diventare più instabile proprio a causa dell’installazione di qualche app.
Quali sono i migliori metodi per fare il root di Android?
Va detto innanzitutto che non esiste uno strumento universale in grado di fare il root di qualsiasi dispositivo Android. Ogni tool è compatibile con una serie di dispositivi. Si deve quindi usare uno strumento in grado di fare il root per il tuo dispositivo. Di seguito ti ho elencato i migliori tool che ti permettono di eseguire il root su Android. Prima di usarli, però, ti consiglio di fare un backup dei tuoi dati nel caso qualcosa andasse storto.
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1 – Kingo ROOT
Kingo ROOT è sicuramente uno dei più conosciuti strumenti per fare il root di Android. È disponibile sia in versione apk, che può essere utilizzata per fare il root senza il PC, e sia in versione Windows. Quest’ultima di solito funziona meglio e ha più successo.
Prima di usarlo, è necessario innanzitutto abilitare le Opzioni sviluppatore. Per farlo vai in Impostazioni, quindi spostati nella sezione Info sul dispositivo e tocca ripetutamente (almeno 7 volte) la voce Versione build. Dopo averlo fatto, vai in Impostazioni/Opzioni sviluppatore e abilita la modalità USB debugging.
Vai ora sul sito di Kingo ROOT e scarica la versione per Windows. Dopo aver avviato Kingo ROOT, collega il dispositivo Android al PC col cavo USB. Il programma dovrebbe riconoscere il tuo dispositivo automaticamente. Non ti resta che cliccare sul pulsante ROOT per eseguire il root del tuo dispositivo Android.
2 – iRoot (conosciuto anche come VRoot)
Molto simile a Kingo ROOT, iRoot è un tool che si può usare dal PC con un semplice clic. Anche in questo caso è necessario abilitare prima la modalità USB debugging come visto precedentemente. Quindi scarica il tool da questo sito, installalo e avvialo. Dopo aver collegato il tuo dispositivo al computer, basta cliccare sul tasto Root e attendere la fine del processo.
3 – Magisk
Questo tool è più potente dei precedenti ma è un po’ più complicato da usare. Magisk è compatibile con i dispositivi Android 5.0 o superiori. Si scarica dalla pagina ufficiale del forum XDA ed è un tool open source. Occorre essere un po’ più smanettoni per usarlo.
Se però vuoi cimentarti comunque nell’impresa, qui puoi trovare una guida in inglese.
Come faccio a sapere se il root di Android è stato eseguito correttamente?
Per sapere se il tuo dispositivo Android ha il root, puoi usare l’app Root Checker che puoi scaricare da Goole Play. Non devi far altro che avviarla e toccare il tasto per verificare lo stato del root.