Sebbene non siano ancora disponibili in Italia, abbiamo deciso di farcene arrivare una coppia direttamente dagli USA per fare una review dei Pixel Buds, gli auricolari di Google lanciati in contemporanea con la seconda generazione di smartphone Pixel. Eravamo curiosi non solo di provare la funzione di traduzione in tempo reale, ma anche di saggiarne la qualità audio, il comfort e tutte le altre features.
Primo contatto
Nella confezione di vendita abbiamo trovato gli auricolari, la custodia per la ricarica, il cavo USB-C e una piccola guida all’uso. I Pixel Buds vengono venduti sul mercato americano a 159 dollari, stesso prezzo degli AirPods di Apple, ma questo è uno dei pochissimi punti in comune.
A differenza di quelli di Apple, gli auricolari di Google non sono completamente Wireless ma sono collegati tra loro con un cavetto. L’accoppiamento con lo smartphone va fatto con gli auricolari inseriti nella custodia e la procedura è molto semplice. Possono essere usati sia con dispositivi Android sia con quelli iOS, ma è accoppiati con i Pixel che consentono di sfruttare tutte le funzionalità.
Come sono fatti e come funzionano
I Pixel Buds pesano appena 14 grammi e sono dotati di un piccolo anello regolabile per fissarli in modo stabile all’orecchio. Le prime volte che si indossano si ha la sensazione che non si adattino perfettamente all’orecchio, ma dopo averci fatto un po’ l’abitudine, risultano abbastanza confortevoli. Nonostante il cavetto, ci si dimentica di indossarli e non cadono neanche se ci si mette a correre o si fanno movimenti bruschi col capo.
I Pixel Buds sono dotati di una batteria da 120mAh che garantisce circa 5 ore di ascolto, davvero notevole visto che la maggior parte di auricolari Bluetooth di solito si limitano a 3 ore di autonomia. La custodia, invece, ha una batteria da 620mAh che dovrebbe caricarli per almeno altre 4 volte, riuscendo così a fornire ben una giornata di ascolto.
L’auricolare destro è inoltre dotato di touchpad. Con un tocco si risponde a una chiamata o si avvia l’ascolto della musica. Tenendo poggiato il dito sul touchpad si avvia l’Assistente Google mentre con un doppio tocco si ascoltano le notifiche. Infine con uno swipe avanti e indietro si aumenta o riduce il volume. Purtroppo per ora non è possibile configurare le gesture: sarebbe stato comodo poter passare al brano successivo, ad esempio.
Nonostante il microfono sia inserito nell’auricolare, la qualità del parlato è notevole: l’altro interlocutore è riuscito a sentirci anche in ambienti un po’ rumorosi. Ottima anche la qualità audio con la musica: i Pixel Buds riescono a riprodurre un suono molto ricco, anche dal punto di vista dei bassi che di solito, su cuffie del genere, sono un po’ assenti.
Come funziona il traduttore dei Pixel Buds
La funzione più esclusiva dei Pixel Buds è quella che consente di tradurre in tempo reale il parlato e così poter interagire con persone che non parlano la nostra lingua. In pratica possiamo andare in Francia, ad esempio, e pur non conoscendo la lingua chiedere un’informazione a un passante.
Ciò che noi diciamo viene tradotto automaticamente dallo smartphone che si trasforma in un vero e proprio interprete. La funzione di traduzione in tempo reale richiede una connessione dati attiva e un dispositivo Pixel: al momento, quindi, non funziona con altri smartphone Android ma solo con quelli prodotti dallo stesso Google. Per la nostra recensione dei Pixel Buds ci siamo serviti di un Pixel 2 XL.
Il funzionamento è molto semplice. Basta tenere poggiato il dito sull’auricolare destro e pronunciare la frase “aiutami a parlare francese”. Automaticamente l’Assistente Google avvia sul Pixel l’app Google Traduttore e si può iniziare la conversazione che verrà automaticamente tradotta.
I limiti di questa funzione sono quelli tipici dell’applicazione Google Traduttore: non sempre la traduzione è perfetta ma i progressi fatti da BigG in questo senso sono notevoli e possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti.
Google Pixel Buds vs Apple AirPods
Non potevamo non mettere a confronto gli auricolari di BigG con quelli della casa di Cupertino. Entrambi sono in grado di riprodurre un suono notevole, ma i Pixel Buds sono leggermente superiori soprattutto per i bassi: un audiofilo li apprezzerà sicuramente di più.
Inoltre possono essere utilizzati con qualsiasi smartphone dotato di Bluetooth, anche con l’iPhone, mentre gli AirPods sono configurabili solo con i dispositivi della mela. Dal punto di vista del comfort sono simili, anche se gli AirPods hanno un design decisamente più riuscito, sono più eleganti e sono anche più facile da pulire. Insomma, si ha la percezione di avere maggior valore. La custodia è anche più piccola e quindi più tascabile.
Giudizio finale
Pur essendo i primi auricolari prodotti da Google, i Pixel Buds sono davvero ben riusciti. Forse si poteva migliorare qualcosa dal punto di vista del design, ma offrono un audio notevole risultando perfetti sia per le chiamate che per la musica. La funzione di traduzione in tempo reale è una vera e propria chicca e può essere molto utile per chi viaggia molto. Il prezzo è secondo noi leggermente alto visto che non sono completamente Wireless e il software di gestione andrebbe migliorato introducendo la possibilità di personalizzare le gesture. Si tratta comunque di piccolissime cose. I Pixel Buds sono un acquisto sicuramente consigliato, ma bisogna attendere che Google decida di venderli anche in Italia.